Era da tanto che volevo andare in questo luogo colmo di storia e, purtroppo, parte di una tragedia dettata dall’avarizia dell’uomo.
Sto parlando della Diga del Gleno, posta a 1534 metri di altezza e che domina la Val di Scalve. L’escursione di per sé non è per niente difficile: si tratta di una camminata di un’oretta circa (da entrambi i sentieri) che si effettua su un sentierino comodo, anche se a tratti esposto.
Noi siamo partiti da Nona, una frazione dell’abitato di Vilminore di Scalve. Dalla piazzetta della frazione si tiene la destra fino ad arrivare ad un posteggio dove, poco più avanti sulla sinistra dello stesso parte una strada ben segnata. Si passa poi per dei caseggiati fino ad arrivare all’inizio del sentiero che prosegue senza troppi dislivelli, tranne in alcuni punti con roccia ma che sono stati attrezzati con barriere e corrimano. L’ultimo tratto, in comune con i percorsi che salgono dal Ponte del Gleno, è in salita e porta ai ruderi della Diga che vanno costeggiati sulla sinistra.
Di per se è una gita che consiglio caldamente, semplice, adatta alle famiglie e che porta ad un luogo spettacolare con un panorama bellissimo, ricco di natura e di storia.
Riporto ora uno spaccato della “Storia della Diga del Gleno”, tratto dal sito www.valdiscalve.it:
La Diga fu voluta dai Viganò di Ponte Albiate (MI), proprietari di importanti cotonifici ed interessati a disporre direttamente di forza motrice. Il progetto prevede, successivamente ad una variante in corso d’opera, la realizzazione di una diga ad archi multipli, all’epoca considerata una delle più moderne concezioni dell’ingegneria d’epoca.
Il bacino, posto ad un’altitudine di 1500 metri, si riempie interamente d’acqua per la prima volta il 22 ottobre 1923 ed ha una capacità di otto milioni di metri cubi. Alimenta una prima centrale a 400 metri a valle che a sua volta consente il funzionamento di una seconda centrale. Nei mesi precedenti il crollo della Diga del Gleno vengono ripetutamente segnalate perdite d’acqua alla base e nella muratura in calce dello sbarramento.
Il 1° dicembre 1923, alle ore 7:15, la Diga del Gleno crolla, sei milioni di metri cubi di acqua lambiscono l’abitato di Bueggio travolgendone la Chiesa e distruggono buona parte del paese di Dezzo. L’acqua raggiunge in seguito Angolo e Darfo, in valle Camonica, riversandosi infine nel lago di Iseo. Nel “Disastro del Gleno” perdono la vita circa 500 persone.